mercoledì 2 aprile 2014

Recensione: "Giallo e Blu" di Ismar Gennari


Ritmo. Musica. Queste sono le due parole che secondo me rappresentano maggiormente il primo racconto di Ismar nel suo "Giallo e Blu". Quando l'ho letto, la prima cosa che ho pensato è che si percepisce nettamente e teneramente che l'autore, oltre che essere uno scrittore è anche un musicista. In effetti il primo racconto, "Applausi", parla di musica, dell'intimo rapporto tra il musicista e il suo strumento. Non è questo però il motivo principale per cui ho fatto questo pensiero. Non è la tematica in se a far comprendere che Ismar è un musicista, ma la musicalità, il ritmo delle parole, della sintassi; sembrano parole scritte su uno spartito come fossero note musicali e il che è meraviglioso. Gli applausi qui non sono la cosa più positiva, il protagonista preferisce, giustamente, la sincera unione tra se stesso e la musica che diviene veicolo di comunicazione con la natura, anche prima di suonare e dopo aver suonato, perché la musica è nella sua anima, è nell'anima del protagonista fin da quando era bambino ed è questo che gli permette di sentire ed ascoltare la natura che lo circonda. I suoi genitori preferirebbero per lui grandi applausi, ma gli applausi a cui loro sono abituati sono, con un gioco di parole, abitudinari e l'abitudine non fa parte del vero sentimento della musica.
"Era come in un quadro di Van Gogh. Titolo Giallo e Blu. Peccato che il maestro non l'abbia mai dipinto."
Queste le prime parole che appaiono nella prefazione. Perfette per rendere l'idea di quanto questa serie di racconti sia varia nelle emozioni e nei sentimenti, nelle visioni e nei punti di vista.
Ismar accompagna dolcemente i lettori, come per prepararli a ciò che verrà dopo. Inizia dolcemente, con i sentimenti puri della musica e della fotografia, narrata nel secondo racconto ("Bellezza") da un punto di vista eccezionalmente originale e colmo di emozione e stupore, per poi giungere a emozioni forti e crude, come quelle di un uomo condannato a morte o di uomini che uccidono. E poi la "routine", le malsane tradizioni da osteria, le tante persone e la solitudine, l'odio e la vanità e poi ancora la bellezza della musica e dell'amore, come per spezzare la cruda realtà di alcuni dei protagonisti coinvolti; la faccia A e la faccia B di una moneta, la sincerità e l'ipocrisia, il sacrificio, il sudore e le speranze, ma anche l'abbandono e la tristezza, l'assurdità e la tragedia. Tutte queste emozioni, questi sentimenti forti, che siano positivi o negativi, sono miscelati in questa raccolta con grande consapevolezza e padronanza. Grandioso.
Ho iniziato a racconarvi di "Giallo e Blu" con un accenno al primo racconto, cercando nel frattempo di non svelare troppo del resto e tentando di dare un'idea di quanto questi racconti siano vari e versatili, nei contenuti e nello stile; si perché anche lo stile cambia per certi versi da un racconto all'altro.
L'ultimo racconto, per chiudere, si intitola "Un Altro Anello". Non riuscireste a immaginare quanto sia fantastico. Leggerlo significa riuscire, attraverso le parole di Ismar, ad immedesimarsi in modo candido ed onesto nella grandezza di un magnifico abete rosso. Potrete sentire la sua forza, i suoi pensieri e la sua voce. La potrete sentire, perché Ismar l'ha sentita, e ha deciso di portarla a noi.
©Lara Aversano

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